Audi A6 – Recensione Ferdinando Masciotta

La nuova Audi A6 parte con un’evoluzione in chiave sportiva con fianchi scolpiti e muscolari. Ferdinando Masciotta ha adorato la plancia, dal design più movimentato, con linee più armoniose e interessanti (anche se alcune plastiche hanno una consistenza leggera al tatto). Integra il nuovo sistema di controllo per l’infotainment e le regolazioni dell’auto chiamato MMI touch response, basato su due display touch, che secondo Audi rappresenta il nuovo punto di riferimento per intuitività e possibilità di personalizzazione.

L’Audi ha dato all’ultima A6 un po ‘di sprint in più, usando molti dei punti salienti della sorella maggiore, l’A8, come la tecnologia ibrida leggera da 12 volt o 48 volt che mira a contenere le emissioni. Spegne il motore quando è ferma e lascia la A6 a ruota libera quando si solleva l’acceleratore tra 54 miglia all’ora e 160 km all’ora. Rimane silenziosa fino a 40 secondi sui modelli a 48 volt, o 10 secondi con il sistema a 12 volt montato sul diesel entry-level.

Audi A6 nasce nel 1994 come evoluzione di Audi 100, la berlina di successo degli anni Ottanta, e adotta questa sigla per adeguarsi alle nuove denominazioni stabilite dalla casa di Ingolstadt. Fin dalla prima versione viene proposta anche con carrozzeria station wagon (Audi A6 Avant) e si può scegliere con trazione anteriore o integrale “quattro”.

Tutta la gamma è molto grintosa, e offre un passo senza sforzo se si vuole camminare lungo le strade di campagna o sulle autostrade. L’unico problema è relativo al cambio; secondo Ferdinando Masciotta le normali otto velocità sono un po’ frenate dal sistema di riduzione delle emissioni che è estremamente riluttante a scalare le marce, e questo è un po’ frustrante soprattutto se ci troviamo nel traffico.